BULIMIA CURA

Bulimia: storia, tipologie e cura

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Significato del termine bulimia e accenni storici

La bulimia deriva dal greco e il suo significato è “ fame vorace”.

È un disturbo alimentare non conosciuto fino al 1979,  ma questo tipo di comportamento era già presente in alcune pratiche di culture antiche. Il primo racconto che parlava di un comportamento molto simile alla bulimia lo troviamo negli scritti di Senofonte nel 370 a.c.

Le pratiche di abbuffate e di epurazione erano molto frequenti in antichità. Si pensava che alcuni mali potessero venire dal cibo ingerito e quindi l’epurazione (eliminazione autoindotta di cibo) era una pratica che servisse alla pulizia del proprio corpo.

Soltanto nel 1980 la bulimia entra a far parte dei criteri diagnostici del DSM- III.

La bulimia si fa sempre più presente verso la fine del XIX secolo quando le condotte sociali influenzano il modo di pensare della propria immagine corporea. Il messaggio trasmesso dai media era quello di apparire belli e magri, questo tipo di concetto si radicava sempre di più nel nostro modo di vivere la società.

È più difficile riconoscere la bulimia rispetto all’anoressia perché chi ne è affetto di solito ha un peso intorno alla norma.

Il bulimico tende a svolgere condotte compulsive di abbuffate seguite da metodi compensativi come vomito e lassativi; altri invece non incorrono in questi metodi ma hanno diversi metodi compensativi come il digiuno ferreo o un attività fisica eccessiva.

Nardone (2013) distingue tre tipi di bulumia:

  1. bulimia boteriana: sono individui con un peso al di sopra della norma, e ricordano i quadri di Botero, ecco perché il nome. Questi sono individui che nel tempo si sono adattati al loro problemi e si sono lasciati andare dimenticando il loro sogno di desiderarsi magri.
  2. Bulimia effetto carciofo: sono sempre persone con un peso al di sopra della media che loro utilizzano come protezione da problematiche relazionali sofferte.
  3. Bulimia jo-jo: queste persone si alternano a comportamenti di controllo con quelli in cui il controllo lo perdono.

Come anche nel vomiting, il comportamento che sta alla base della bulimia è quello di mantenere il controllo per non cedervi, ma sì sa che forzarsi nel non mettere in atto un comportamento fa andare nella direzione opposta. Più si cerca di controllarsi più si perde il controllo.

Come diceva O. Wilde “ il miglior modo per superare una tentazione è cedervi”.

Per agire un cambiamento non si chiederà di non eseguire le abbuffate cercando di resistere, perché sappiamo già che è impossibile non cedervi. La terapia breve strategica tende a modificare il sistema percettivo del paziente introducendo delle modifiche nel suo comportamento che lo porterà al cosiddetto effetto domino – un effetto a catena generato da un piccolo cambiamento che a sua volta ne genera un altro e questo un altro ancora.

COME SI RICONOSCE LA BULIMIA?

Un soggetto che soffre di bulimia avrà queste tre caratteristiche nella sua condotta alimentare:

  1. Abbuffate compulsive: ingurgitare un’enorme quantità di cibo messo lì a disposizione in un periodo relativamente breve. In quel momento più si perde il controllo più è impossibile resistere al comportamento.
  2. Comportamenti compensatori: per alleviare il senso dell’abbuffata appena messa in atto ci sono dei metodi compensativi come il vomito, l’uso di lassativi o diuretici, il digiuno o l’esercizio fisico.
  3. Continuità: se l’alternanza tra abbuffate e metodi compensativi si presenta almeno una volta alla settimana per tre mesi possiamo parlare di continuità e quindi di bulimia.

QUALI SONO LE CONSEGUENZE DI UN COMPORTAMENTO REITERATO NEL TEMPO?

La bulimia può portare a sviluppare problemi a livelli fisici e psicologici come:

  • Problemi gastro – intestinali
  • disidratazione,
  • scompensi multiorgano (es. cardiaci e renali)
  • alterazioni endocrinologiche.
  • reflusso gastrico cronico
  • infiammazioni e lesioni dell’esofago, erosione dei denti e/o del loro smalto (sempre per via del vomito)
  • senso di colpa
  • senso di inadeguatezza
  • disturbi d’ansia e depressione

COSA FARE PER CURARE LA BULIMIA

Per curare un disturbo alimentare come la bulimia è importante svolgere un percorso di psicoterapia.

La Psicoterapia Breve Strategica ha ottenuto degli ottimi risultati utilizzando delle strategie pratiche da utilizzare tra una seduta e l’altra e da far svolgere a casa al paziente.

Queste tecniche hanno lo scopo di ridurre l’atto compulsivo delle abbuffate fino alla loro estinzione.

Una delle tecniche utilizzate è: “Puoi mangiare tutto quello che vuoi nei tre pasti, ma al di fuori di essi tutto ciò che mangi, lo devi mangiare cinque volte”.

Strategicamente questo significa agire sul cambiamento. Dà una nuova visione al paziente, suggerisce di evitare di controllarsi o limitarsi aggiungendo una regola diversa e un po’ particolare. Questa tecnica utilizza la logica dello stratagemma di far salire il nemico in soffitta e poi togliere la scala.

Si può guarire dalla bulimia?

Sì, e anche in tempi brevi.

Bibliografia:

Nardone, G. (2013). Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo. Milano: BUR Psicologia Rizzoli

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